mercoledì 28 ottobre 2009

94ma puntata. Siamo fuori dal tunnel... del divertimento!


L’ansia di ripresa e i retaggi dell’asma cronico post-crisi internazionale stanno portando in questi mesi a una guerra di numeri sul piano mediatico che può per esempio dare l’Italia in ripresa quando viene comunicato il rallentamento della richiesta della cassa integrazione e dell’andamento della produzione industriale, ma che la danno nuovamente in crisi già il giorno successivo quando viene reso noto l’impatto catastrofico sull’occupazione e sui conti pubblici già dal 2010. Perché non possiamo ancora dirci fuori dal tunnel? In primo luogo, la crisi finirà tecnicamente quando il Paese tornerà sui livelli pre-crisi di investimenti (diminuiti dal 21,8% sul Pil del 2007 al 17,4% previsti per il 2010), disoccupazione (cresciuta dal 6,1% del 2007 al 10,5% prevista per il 2010) e debito pubblico (verso il 130% del Pil nel 2010, dal 104,5% del 2007). Inoltre, la liquidità pubblica immessa sul sistema economico non è stata finora incanalata nei circuiti reali (erogazione di credito a famiglie e imprese) e, attraverso i veicoli del risparmio gestito e degli hedge funds, ha causato l’attuale bolla borsistica. Quel giorno in cui le banche centrali, statunitense ed europea in particolare, decideranno di drenare l’enorme massa monetaria in circolazione verrà provocato inevitabilmente uno shock sulle borse mondiali che spegnerà l’euforia attuale ingiustificata e, come abbiamo imparato, si riverserà non ancora una volta sul sistema produttivo.

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