mercoledì 1 ottobre 2008

50ma puntata. Crack della fiducia e dell'onestà

In attesa dell'ultimazione del nuovo sito web, la registrazione audio di questa puntata non sarà per il momento disponibile.

Con la finanza, tu puoi cambiare il mondo” è lo slogan della nota società di consulenza McKinsey per reclutare una miriade di giovani laureati costretti a mettere in un cassetto i due insegnamenti più importanti ricevuti dallo studio della finanza “utile” per l’economia reale: il primo è che non esistono pasti gratis in finanza, il secondo è che il valore si crea solo sul lato delle attività – organizzando lavoro, beni e conoscenza – e non sul lato delle passività.
E in effetti questa finanza ha avvelenato l’epicentro finanziario, gli Stati Uniti, ormai contaminato da quattro eccessi: quello dei debiti delle famiglie arrivati a toccare punte del 131% del reddito disponibile; quello delle speculazioni finanziarie attraverso l’esposizione su strumenti derivati senza finalità di copertura dal rischio (se sono un produttore di pasta è auspicabile contrarre un future che mi garantisca l’acquisto di grano a un prezzo fissato oggi, se sono un risparmiatore l’acquisto dello stesso prodotto derivato costituisce un aumento del livello di rischio e di potenzialità di guadagno) e soprattutto la diffusione della tecnica dello short selling (possibilità di vendere titoli non in possesso, se si ritiene che il prezzo scenderà, con l’obbligo di acquistare titoli e consegnarli al compratore entro una certa scadenza); quello della cartolarizzazione dei prestiti che ha consentito alle banche erogatrici di creare pericolosi cocktail finanziari e di spalmare il rischio ad altri soggetti sparsi in tutto il mondo, con la collaborazione delle agenzie di rating e di alcune modalità discutibili quanto a trasparenza sul mercato; quello dei bassi tassi di interesse che, in questi anni di politica monetaria accomodante nei confronti delle scelte governative, ha spinto cittadini a compiere arrischiate operazioni di indebitamento e di rincorsa della bolla immobiliare nell’incantesimo di un costo del denaro reale (tasso nominale meno l’inflazione) nullo o addirittura negativo.
La crisi finanziaria di oggi nasce da un catastrofico crollo di fiducia nei confronti di banche, autorità e leader politici. Perché questa crisi non è figlia di una depressione reale preesistente o di un ineluttabile andamento ciclico della finanza, ma di gravi errori commessi da chi in questi stessi giorni intende far credere ai mercati di tutto il mondo che c’è un modo per curare questa crisi finanziaria. A tal proposito le parole di John Lanchster, figlio di un banchiere della city, sono illuminanti: «fin da piccolo sento parlare di questa bestia mitologica chiamata “panico bancario”. Se ne parlava spesso, ma nessuno l’aveva mai visto. Si dice che i banchieri ne siano terrorizzati, anche se mio padre ne parlava con una specie di perverso senso dell’umorismo. Era sempre il segno che qualcuno aveva fatto una cazzata e bella grossa. E a volta era anche il segno che c’era qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel sistema finanziario».

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