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In poche settimane gli americani hanno sfatato due miti: anche una banca commerciale, e non solo l’impresa, può fallire e anche il capitalismo ammette salvataggi. In termini meno scontati, il capitalismo americano non fa sconti alle imprese e ai cittadini, ma salva chi fa più danni.
Tuttavia, in questo contesto di eccessi e legali pasticci finanziari l’Italia può considerarsi salva o spacciata? Le banche italiane sono ancora le uniche protagoniste del finanziamento dell’esplosione della domanda e dell’offerta del mercato residenziale: sebbene nell’ultimo decennio parecchie risorse siano state prosciugate all’attività produttiva, a favore dell’immobiliare, rispetto ad altri paesi europei hanno adottato politiche prudenziali nell’erogare nuovi prestiti. A tal fine conta poco se abbiano intenzionalmente voluto questo effetto, oppure, con maggiore probabilità, se sia stata una conseguenza dell’arretratezza del sistema finanziario domestico. Inoltre, l’Italia sembra avere approfittato poco del decennio d’oro (1997-2006) per il real estate, costruendo nuove abitazioni per un volume tre volte inferiore a quello spagnolo. Così, oggi, risulta piuttosto improbabile che le quotazioni possano ridimensionarsi per eccesso di offerta (come in Spagna) e neppure è probabile un eccesso di offerta originato da case messe all’asta dalle banche creditrici di mutuatari insolventi (come in Usa) poiché l’indebitamento delle famiglie italiane è strutturalmente inferiore a quello statunitense.
Sono però molti i lati oscuri. Negli ultimi anni le banche italiane hanno cambiato il loro mestiere, aumentando enormemente l’attività di compravendita di titoli tanto da ritrovare nel loro stato patrimoniale odierno consistenti strumenti finanziari di origine statunitense. Inoltre, molti imprenditori italiani hanno preferito sempre di più investire liquidità sul mercato finanziario anziché in attività reali considerate più incerte e rischiose ed oggi si trovano nello stesso stato di azionisti di banche in difficoltà e di obbligazionisti di titoli tossici.
L’Italia è salva da una propria crisi finanziaria, ma resta assolutamente appesa al crollo finanziario statunitense e a un’economia reale che fatica a riprendere.
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