mercoledì 12 settembre 2007

2da puntata. Mutui subprime

Perché mai un mutuo non pagato da un metalmeccanico di Chicago può provocare dei guai anche al nostro benessere?
Subprime, un termine americano per indicare una fascia di clientela di “serie B” a cui appartengono quei cittadini meno affidabili, con un lavoro più instabile e un passato di pagamenti ritardati verso le banche. Subprime, un virus che si è abbattuto sulla borsa americana con conseguenza preoccupanti per l'assetto generale del sistema finanziario mondiale. La crisi della concessione del credito a questa fascia di popolazione più a rischio non è causata dai lavoratori statunitensi, ma da alcune scelte sbagliate da parte della banca centrale americana e da gravi comportamenti da parte delle banche e delle agenzie di rating.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Certamente si può solo apprezzare come il principio liberale di dare la possibilità a tutti di comprar casa trovi negli Stati Uniti piena attuazione visto che dalle nostre parti sarebbe pura utopia immaginare che la banca ti presti denaro senza nessuna contropartita che elimini il rischio di insolvenza. Ma in realtà se si va ad analizzare la situazione sino in fondo è stata una strategia come spesso oggi accade da parte delle banche e società finanziarie di trasferire il proprio rischio sui più deboli, ossia noi poveri risparmiatori come abitualmente accade.
Il nocciolo della questione è - come viene sostenuto da Marco – che vi è sempre un conflitto di interessi tra chi controlla e chi deve essere controllato: ci vuole una maggiore trasparenza non si può continuare ad ingannare per sempre!!
Per quanto riguarda l’Italia anch’io sostengo che se ci sarà una crisi in futuro sarà certamente molto ridimensionata rispetto al caso americano visto anche che la società italiana non è così orientata al consumo come quella americana.
Infatti proprio a riguardo qualche settimana parlavo con un ragazzo che aveva trascorso un periodo negli States e mi raccontava quasi incredulo come gli americani spendano molto più facilmente rispetto a noi italiani non preoccupandosi se poi in futuro riusciranno ad estinguere il mutuo: hanno proprio un altro modo di pensare ed agire.
Concludendo vorrei lasciarvi un dubbio….senza mutui subprime sarebbe nato il mito americano di cui si è sempre parlato..chi lo sa!! Ciao Marco

Anonimo ha detto...

Aggiungo una considerazione al commento di Carlo: tempo fa ho letto un articolo che paventava il rischio di deflazione in America e come per combatterla volessero inventarsi una moneta che addirittura si svaluta nel portafogli se non la spendi subito!!!!
Cioè non solo sono orientati a spendere, credono pure che i problemi di mercato possano essere risolti sempre e solamente con la crescita dei consumi, l'espansione delle esportazioni, ecc...

Anonimo ha detto...

L'idea di rischiare dei soldi per dare la possibilità a qualcuno di avere un tetto sulla testa è davvero lodevole e va oltre la semplice definizione di investimento, ma qui la questione è che questi signori, le banche, NON HANNO RISCHIATO NIENTE, perchè, e lo ha già detto Carlo,hanno trasferito questo rischio sui piccoli risparmiatori, con la complicità delle società di rating(prima di ascoltere la trasmissione mi chiedevo come era stato possibile introdurre sul mercato un tale virus).Marco, dicevi che le banche oggi non investono, che dovrebbero diventare imprese, non sono pienamente daccordo, questi investono eccome,solo investono male,ma trovano sempre il modo di non rimetterci un quattrino e tutto ai danni del piccolo risparmiatore.A parte gli scherzi,sulla trasparenza delle banche non credo serva neanche discutere,sul fatto che dovrebbero investire soldi in persone valide e con progetti seri dico che sarebbe più che auspicabile e sulla forte propensione al consumo degli americani,non credo che sia una cosa tanto da invidiare anche alla luce di quanto detto detto nella puntata precedente. Ti saluto

Unknown ha detto...

Desidero anch’io complimentarmi con Marco e con il programma per la chiarezza d’esposizione su argomenti costantemente dati per scontati o quasi dalla gran parte dei media.
Mi sembra di capire che negli Stati Uniti questo modello di banca così “generosa” nell’elargire prestiti a tutti sia quasi favorito dalla FED e accettato dalla BCE perché, visto l’alto peso del debito sul reddito disponibile, si tratta dell’unico modello che permette un livello di consumo così alto, nell’interesse anche degli altri paesi, che basano gran parte della loro economia sulle esportazioni verso gli USA. Se è davvero così, la garanzie che problemi come quello attuale non si verifichino più può arrivare più che dalle banche centrali dall’attenzione dei singoli istituti alla motivazione di chi chiede il prestito (chi ne ha bisogno davvero per avere una casa ha infatti tutto l’interesse a estinguere il debito acceso). Siete d’accordo? Ovviamente devono fare la loro parte anche le agenzie di rating: proprio non capisco come hanno potuto classificare questi mutui come AAA: anche per Moody’s e Fitch vale lo stesso discorso di Standard & Poor’s?
Per quanto riguarda le banche italiane, credo che la politica statale più adeguata consista nel ridurre il più possibile i costi legati ai passaggi da una banca all’altra (un po’ come è stato fatto per le compagnie di telefonia mobile) e i vari balzelli, come quello citato in una delle telefonate a Marco: solo in questo modo le banche saranno incentivate a rischiare nel sostegno ai progetti imprenditoriali, come succede in USA e in molti paesi europei dove guarda caso i vari balzelli sono molto più bassi.
Ciao, Ruggero da Ferrara

Unknown ha detto...

ciao marco, partecipo anche io volentieri.

riflettevo sul fatto che i soldi con i quali le banche concedono i crediti sono abbastanza 'finti', cioè non corrispondono ad una ricchezza già prodotta, ma sono un credito al quale corrisponderà il valore economico che sarà dato dai soldi abbastanza 'veri' del debitore (che se li guadagnerà). se il debitore non paga è come se i soldi a lui prestati scomparissero dalla faccia della Terra (in quanto li si aspettava, è una specie di aborto monetario) e allora le cose sono 2: o la banca centrale dice 'evviva il mercato' e fa fallire la banca come vorrebbe la teoria e con essa far perdere valore a tutto il mercato finanziario (con le crisi reali che porta con sè) oppure decide che quei soldi ce li mette lei e concede un credito alla banca (che ci rimette gli interessi immediati sulla liquidità o poco più) ma non intacca il valore del capitale sostenendo complessivamente il valore degli immobili (non rendendo alla banca necessario venderli in fretta).

disturba che il mercato finanziario si spacci per ultra liberale quando in realtà è assistito da aiuti statali veri e propri e del tutto esente da rischi in quanto con lui cadrebbe il capitalismo fondato sul denaro.

Anonimo ha detto...

porto 1 elemento di discussione sulla subprime-crisis.

Bubble Bubble é 1 simpatico video-gioco ma é anke lo specchio dell'housing americano, il mercato immobiliare a stelle e strisce..

Un economista di Yale che considero 1 grande (Robert J. Shiller) ha studiato il fenomeno.. beh qui l'immagine vale + di mille parole..

andate a vedere questo link, sgranate gli occhi e capirete che sta succedendo..

http://askmerv.choice3realty.com/images/27leon_graph2.html

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1 ultima provocazione

Da economista mi hanno insegnato che certi costraints fanno male ai mercati e producono situazioni economiche, finanziare e sociali "sub-ottimali"..
Vero.. però che dire dei "patti in deroga", la cancellazione de facto dell'equo canone?
Dal '93 affitti alle stelle in Italia e 1 sacco di gente indebitata per prendersi 1 casa.. Giuliano Amato (presidente del Consiglio dell'epoca che fece passare la cosa in ESTATE! - e perfortuna che lui era del PSI!) se ci sei.. batti 1 colpo!!