mercoledì 19 settembre 2007

3za puntata. Crescita economica

La maggior parte dei mezzi di informazione presentano il tema della crescita economica senza spiegare al grande pubblico al quale vorrebbero rivolgersi che cosa sia l’oggetto della crescita, come si misura e perché negli ultimi dieci anni è diventata un tema quasi assordante nei discorsi politici. Partendo dalla definizione del PIL (Prodotto Interno Lordo), per andare ad una sua misurazione intuitiva, fino ad arrivare a sostenere che Pil è inadeguato nel descrivere la crescita economica di un Paese perché esprime un indicatore materiale. Se in passato risultava valido perché la crescita quantitativo-materiale era considerata fondamentale per uscire dalla povertà e potenziare il sistema produttivo, oggi non può esserlo per una società postmoderna come la nostra in cui lo sviluppo deve transitare attraverso gli investimenti in capitale umano e sociale, e la crescita dei beni intangibili o immateriali. Ecco perché, come sta accadendo in Cina, il Pil può correre ma la società resta ferma.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo Marco! Ottima puntata anche questa. Davvero non si riesce a capire come tante persone, economisti o presunti tali, politici,continuino a presentare questo indicatore come l'istantanea della crescita di un paese. Ricollegandomi a quanto diceva il sig. Vito, nel secondo intervento telefonico, riguardo il business della guerra negli USA, vorrei fare una provocazione: lo scorso anno, mi sembra (purtoppo stavolta la memoria mi tradisce!) c'è stata quella strage in un campus americano, dove uno studente coreano se non sbaglio ha ucciso con un'arma da fuoco una ventina di persone (ripeto non mi ricordo bene, quindi perdonatemi per le eventuali inesattezze).L'aquisto di quell'arma ha contribuito al PIL degli USA giusto? Ma si può affermare che gli USA siano cresciuti quell'anno? Se uno tenesse conto solo del PIL... SI!!! E lo stesso vale per la strage alla Columbia, ecc...
Un numero da solo non dice nulla, acquista significato solo quando gli si affianca una unità di misura.Forse è sulla definizione di questa che ci si dovrebbe impegnare.
Un saluto e ancora tanti complimenti.

Anonimo ha detto...

Gentilissimo Marco,

ho ascoltato con molto piacere la tua trasmissione, e trovo che quanto da te rappresentato è pienamente condivisibile. Salvo alcune imprecisioni.
Sono molto contento peraltro di poter cogliere l'occasione di questo dibattito a distanza per alcune precisazioni.

Vado subito al sodo:
nel tuo discorso hai sempre utilizzato il termine BENE (e servizio), per riferirti a produzioni "mercantili".

Ebbene: i BENI (Materiali o immateriali -cioè servizi-) non necessariamente sono destinati ad essere scambiati con DENARO, non sono cioè necessariamente MERCI!!!

E' quì la differenza culturale fra chi crede nella supremazia assoluta del mercato (della mercificazione direi) e quindi dell'economia e chi invece crede nella centralità della relazione umana.

In realtà nel tuo discorso ti dimostri assai aperto (per essere un economista) a concetti nuovi (che tipicamente ricadono nella sfera dello "sviluppo sostenibile") ma non ti discosti dall'idea che l'unico modo per far stare meglio tutti sia quella di aumentare la dimensione della torta "mercificata" (del PIL quindi).

Ebbene chi, come me, crede nella DECRESCITA FELICE, ritiene che questa non sia una regola aurea.

Come tu stesso dici valeva in passato e vale ancora per alcuni (ampi) territori in cui la disponibilità di MERCI e la possibilità di acquistarle è importante, ma non vale più per l'opulento occidente, nel quale la torta non si ingrandisce sempre più ma la sensazione di benessere non cresce altrettanto.

In occidente non vanno bene neppure gli indicatori dell'ONU cui fai riferimento: sono dei correttivi del PIL "puro" ma vanno bene comunque per i paesi in via di sviluppo.

Il cuore del problema a mio avviso è nel partire dal presupposto che tutto quello che abbiamo avuto di buono dallo sviluppo degli ultimi 2-3 secoli derivi dall'economia.
L'economia (non intessa come il "governo della casa" da cui il termine deriva, ma come sistema mercantile di scambio delle merci con il veiocolo del denaro), ha oramai pervaso il sistema sociale oltre ogni limite.

Parlare di Decrescita Felice allora significa parlare di riduzione delle transazioni mercantili a favore di quelle a titolo gratuito e delle autoproduzioni (hai presente il concetto dei 3 cerchi di Maurizio PALLANTE, vero?).
Significa ridurre il consumo (lo spreco) delle risorse (non usare piatti di plastica, non sostituirli con quelli biodegradabili fatti dal mais), significa ridurre il bisogno di energia prima di cercare le fonti alternative.

In merito ti prego di leggere (e commentare) questo mio scritto: http://www.benessereinternolordo.net/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=224&Itemid=53

Analogamente ti chiedo di commentare i risultati del sondaggio che trovi nella Home Page del sito www.depiliamoci.it, dalla quale sembra trasparire l'interesse per le persone a maggiore tempo libero piuttosto che ad un aumento di stipendio.

E' vero Pallante (provocatoriamente) dice di buttare via il PIL come strumento di misura. Lo dice perchè il PIL è la rappresentazione stessa del modello basato sull'economia mercantile.

Se è per questo PALLANTE è ancora più radicale (sempre provocatoriamente): suggerisce di cambiare la costituzione (già martoriata da numerose modifiche) trasformando l'Italia da Repubblica fondata sul lavoro a Repubblica fondata sull'OZIO.
Ozio che però non significa NON FARE NULLA, stare stravaccati sul divano fra cocacola e videogiochi ma ozio per ammirare un panorama e PENSARE.

L'attuale sistema economico occidentale si basa sul NON PENSARE.
Come ti speigheresti altrimenti il fatto che da alcuni decenni tutti i pensatori vanno dicendo che il PIL non misura il benessere (ad esempio lo disse il 18 Marzo 1968 Robert Kennedy, 3 mesi prima di essere ammazzato, cfr.: http://it.youtube.com/watch?v=-AF13ej-vDg) ed invece tutti quanti noi (quasi tutti per fortuna) siamo convinti che se non cresce il PIL a breve saremo sul lastrico!!!???!!!

Tu dai agli economisti un ruolo che non è il loro. Dici: gli economisti devono convincersi che il PIL è impreciso e quindi suggerire questa verità ai politici.

Io dico gli economisti devono fare il loro mestiere ed i politici.....devo smetterla di credere che il progresso si fa' SOLO con l'economia mercantile.

Ho fatto una stima: nel mio paesino di 15'000 abitanti che si sviluppa nel raggio di 3-4 Km e nel quale piove mediamente circa 30 giorni all'anno, se il sindaco e la giunta lavorassero assieme per convincere i genitori ad accompagnare i loro figli a scuola a piedi (eccetto quelli che devono comunque prendere la macchina per andare al lavoro: solo i genitori -e sono tanti- che prendono l'auto dal garage, accompagnano i figli e rientrano a casa!!!) farebbero un regalo ai loro cittadini di circa 400'000 Euro all'anno!!! Tanto è il valore della benzina sprecata per accopagnare i bambini delle elementari e della media a scuola.
La risposta del comune: incrementare gli scuolabus, così se le mamme almeno si salutavano lasciando i figli a scuola con più scuolabus non si conosceranno neppure!!!

Infine la CINA: se ho ben capito la tua trasmissione era del settembre dello scorso anno: ebbene pare che le cose stiano cambiando. I cinesi non si fanno fregare del nostro modello e, forse, grazie a loro la nostra specie si salverà: per loro l'ozio, la contemplazione, la famiglia, l'ambiente, gli affetti, ecc... sembra siano più importanti che per noi e soprattutto più importanti dell'economia.
Guarda un po' qui e, ancora una volta, lasciami un commento:
http://www.benessereinternolordo.net/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=234&Itemid=44

Buona DePILazione.

Nello DE PADOVA