Che cos’è, quando nasce e quali sono i tratti tipici dell’economia di mercato?
Nel corso della puntata vengono offerte precise risposte a queste domande per non continuare a fare confusione tra economia di mercato ed economia capitalistica. La prima nata in Italia nel 1400 durante il periodo dell’Umanesimo, inventata dai francescani e teorizzata a Napoli da Antonio Genovesi; la seconda nata in Inghilterra nella seconda metà del 1700 con la prima rivoluzione industriale, resa celebre da molti economisti di origine anglosassone.
Tutto ciò resta una storia lontana se non si capisce che la necessità dei frati francescani, economisti ante litteram, di creare il mercato era legata ad un loro adagio: «l’elemosina aiuta a sopravvivere, ma non a vivere perché vivere è produrre e l’elemosina non aiuta a produrre».
mercoledì 26 settembre 2007
4ta puntata. Economia di mercato
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1 commento:
Ciao Marco.Innanzi tutto complimenti per questa "puntata" che oserei definire particolarmente impegnativa,visto il tema discusso. Gli spunti di riflessione che si possono ricavare dall'ascolto della trasmissione sono parecchi a cominciare da come il capitalismo, che si pone come obiettivo la massimizzazione del profitto si allontani,almeno per come vedo io questo capitalismo, dalla dimensione umana.Faccio un esempio: qualche anno fa ho visto un servizio delle Iene in cui Sortino(credo fosse lui ma non lo posso assicurare)faceva delle domande riguardo al precariato e sulla situazione del mercato del lavoro in generale ,come i licenziamenti dovuti alla delocalizzazione delle attività produttive,e tutto in nome del profitto, ad alcuni giovani imprenditori che si trovavano a Capri per il consueto raduno.La risposta più gettonata, che tutti "accendevano" per liquidare la Iena era "that's business!".Cioè: hai lavorato per 20 anni in una fabbrica che per 8 ore al giorno,5 giorni la settimana, si è mangiata un pezzo di te, ma che comunque ti ha dato la possibilità di uno stipendio per vivere,te e la tua famiglia.Bene, ora siccome sono un bravo imprenditore e magari devo rendere conto ai miei azionisti,la tua fabbrica la chiudo e vado in un posto dove lo stesso bene lo produco riducendo i costi e io ci guadagno di più.E tu? Tu, che hai ormai 50 anni e la licenza media,tu caro mio, te ne vai a fare in culo! Nulla di personale sia chiaro, è il mercato; THAT'S BUSINESS!!!" Ora,lo so, detta così la faccio troppo facile,magari qualcuno tirerà fuori il discorso sulla tassazione delle imprese ecc..Ma siccome credo che lo scopo di questa rubrica sia quello di fare una chiacchierata,stile bar dello sport, su alcuni temi economici tra persone che magari non sono proprio esperte della materia(e non mi vergogno nell'essere uno di questi),non penso di dire delle assurdità. Sono sicuro che molti abbiano sentito,se non vissuto in prima persona, storie come quella che ho ironicamante riportato sopra.Ebbene quella risposta,quel "that's business" mi è rimasto impresso perchè se ne fregava delle situazioni di disagio ad esso collegate e soprattutto perchè proveniva dalla bocca di GIOVANI imprenditori.Quei giovani imprenditori che dovrebbero rappresentere il futuro, la svolta e che io un giorno vorrei diventare perchè è per questo che ho studiato e continuo a farlo. Forse c'è bisogno di ripensare un po' tutto il sistema.Un sistema che non parla più di persone ma di consumatori. Consumatori che da tale sistema dovrebbero trarre grandi vantaggi ma poi sappiamo tutti che non sempre è così.Faccio una domanda: le SILVER AIR MAX '97 della NIKE 10 anni fa costavano circa 340000£, oggi 167€.Dove è il vantaggio per me consumatore?Forse nell'emozione che ho provato quando sulla linguetta di questo prodotto di una azienda 100% USA,legata a grandi dello sport, ho letto "made in Vietnam". MADE IN VIETNAM?!!!Ma il Vietnam quello...? That's business!Almeno mettessero la pubblicità di un atleta vietnamita,giusto per farli contenti una volta tanto.Vedi come il mercato oggi si sia allontanato dai quei 3 princìpi che dicevi? Come faccio a capire chi è specializzato in cosa quando tutti fanno tutto dappertutto e la tracciabilità è una missione quasi impossibile?Come si pensa alle generazioni future quando gli lasciamo in eredità rifiuti radioattivi che impiegano 200000 anni per decadere completamente e un clima che io l'altro giorno sono andato al mare e mi son fatto il bagno, e mamma c'ha i ciclamini sul balcone che sono sfioriti un'altra volta?!!Che sistema è quello che ancora oggi ci fa parlare di terzo mondo ,che depreda l'Africa (povera Africa ci va sempre di mezzo nei discorsi)delle sue enormi risorse naturali e allarga sempre più la forbice tra ricchi e poveri?Un sistema che poi però fa la beneficienza. Ma possibile che nessuno ha mai pensato che se la ricchezza venisse equamente distribuita, magari,solo per fare un esempio, il fenomeno dell'immigrazione si ridurrebbe e non dovremmo più sentirci minacciati da agguerriti lavavetri,vucumprà che pure io devo magnà, rom "fregatuttoquellochetrovo", ecc...? Magari si ridurrebbero anche i conflitti perchè,parliamoci chiaro, se io a casa mia c'ho il frigo pieno ma faccio la fame perchè le chiavi le tieni tu con la panza e lo apri solo quando ti fa comodo per casa tua... io prima o poi ti spacco la faccia!Lo so forse è un'utopia ma sono ottimista e spero che un giorno ci si pongano davvero queste domande.E' gia qulcosa che se ne parli no? Mi scuso se mi sono dilungato così tanto. Ah! Se qualcuno dovesse dire "parli tanto ma tu che proponi?" sono sempre disponibile a fare 2 chiacchiere così come al bar dello sport, o meglio al caffè economico. Un saluto dottò!
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