mercoledì 13 febbraio 2008

24ma puntata. Inflazione

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ERA DELL'AGFLAZIONE
(pubblicato su Top Trader Magazine)

Ricorderete ( no ? pazienza) qualche settimana fa ci occupammo di cibarie, torniamo sull'argomento grazie a un'eccellente rapporto sulla cosiddetta agflazione, cioè l'inflazione derivante dai beni agricoli. Il rapporto evidenzia in maniera quasi drammatica l'andamento dei componenti dell'inflazione al consumo legati a beni agricoli, semilavorati e cibi finiti. Dalla malesi all'Italia, dalla Bolivia alla Germania, dal Cile agli Usa si registra attualmente la maggiore agflazione (devo ammettere che il termine è proprio brutto) da diversi anni, in alcuni casi da un ventennio.

Ad avere scatenato un processo così apparentemente fuori controllo sono diversi fattori. In primis si è riverberato nell'agricoltura il bull market dei prodotti energetici. Tutti sanno che il consumo di combustibili fossili nella produzione alimentare (specialmente quella basata sulla carne) è notevolissimo. Non solo a questi elementi vanno aggiunti gli incentivi alla produzione di biocarburanti in Europa, In Usa e in molte realtà del mondo emergente come il Brasile. A questi fattori se ne aggiungono altri più strutturali e di lungo periodo che fanno ritenere agli analisti di Merrill che il rialzo dei corsi dei beni agricoli (e loro derivati) sia un trend secolare.

Infatti si sta arrivando rapidamente in quasi tutte le nazioni produttrici (con la notabile eccezione dei due colossi sud-americani, Argentina e Brasile) a forti vincoli all'espansione dell'offerta, sotto forma di impossibilità di incrementare la quantità di terreni coltivati, di problemi alle falde acquifere e appunto alla concorrenza dei bio-carburanti.

Basti pensare che il frumento piantato questo inverno in usa è cresciuto di un misero 3,5%, a fronte di attese pari a un 8%. A questi problemi dal lato dell'offerta si aggiunge una domanda che sta raggiungendo proporzioni esplosive: infatti la rapida industrializzazione dei paesi emergenti, con la solita Cina in primis, sta provocando dei rapidissimi sconvolgimenti nelle abitudini alimentari, man mano che il reddito cresce. I cambiamenti stanno diventando talmente rapidi da avere spinto l'inflazione cinese ai massimi degli ultimi 10 anni ( e fanno notare gli analisti americani, al di fuori dell'agricoltura l'incremento dei prezzi non sarebbe poi così elevato) e le autorità del Dragone ad avere reintrodotto, per la prima volta in un quindicennio, controlli sui prezzi dei generi alimentari. In pratica l'inflazione del cibo è un tale problema da stare negativamente influenzando la (fino ad ora rapidissima) transizione al capitalismo di un ex-potenza comunista. In questo caso un ruolo non da poco giocano gli Usa, praticamente autosufficienti ed esportatori netti di parecchie derrate, che in questo contesto giocano il ruolo di esportatori di inflazione verso la Cina.

Dunque con i prezzi di derrate come il mais e i semi di soia ai massimi e una recessione globale forse alle porte, cosa succederà ? Gli analisti della casa americana indicano come una rapida discesa dei prezzi dei combustibili fossili nel breve periodo potrebbe avere effetti negativi sui corsi delle derrate agricole. Chi mi segue sa che non sono assolutamente convinto di una discesa dei prezzi del petrolio, neppure nel breve periodo, sotto 85 $. Ad ogni modo va considerata nell'equazione l'industria dell'etanolo americana. Quest'ultima, notava un rapporto di Citigroup, nonostante i prezzi record del mais e del distillato, mantiene una sua competitività grazie ai sussidi e ai non entusiasmanti margini di raffinazione, che rendono ancora conveniente risparmiare sulla quantità di greggio miscelando con l'etanolo (vedere la figura sotto relativa all'andamento del crack spread).

Certo una forte discesa del greggio, diciamo fino a 70 dollari, dovrebbe nel breve periodo alzare i margini di raffinazione ed alleviare i costi di produzione dei beni alimentari. Scenari catastrofici a parte, è però difficile pensare che l'agflazione sparisca dal panorama economico mondiale presto.